Sette
sono i cancelli che separano i detenuti del carcere di San Vittore dalla
libertà. Ma ne esiste un altro, invisibile, invalicabile: l’ottavo.
E’ il
cancello del pregiudizio, dell’arroganza e del cinismo di una frangia dei
poteri dello Stato. Si frappone a chi tenta di portare in quel mondo umanità e
rispetto dei diritti basilari. Ma la
Verità Universale ne spezzerà i cardini.
Queste frasi costituiscono la quarta di copertina de "L'Ottavo Cancello". E' un libro che parla di verità, ma non si tratta di un libro verità o un libro denuncia. Si tratta piuttosto di un testo che, partendo dalla singolare vicenda umana del dottor Salvatore Caminiti, medico del carcere di san Vittore a Milano tra gli anni '60 e '80 del secolo scorso, vuole far riflettere su l'esistenza di una verità superiore e l'importanza di valori come l'umiltà, l'onestà intellettuale, la dedizione al prossimo. Tale verità non è celabile da alcuna forma di potere o qualsiasi tipo di disinformazione. Emerge e si manifesta nei modi più disparati. Sono convinto che tali manifestazioni avvengano sempre con un alone di sincronicità. E' una tesi che cerco di dimostrare nei vari capitoli del libro.
Con il post odierno intendo iniziare un percorso insieme a chi vorrà essere mio compagno di viaggio e interagire con me, alla ricerca di spunti di riflessione cercando tuttavia una strada propria di pensiero, lontana dai canali socio-politici convenzionali pericolosamente omologati, a mio avviso, verso una dannosa forma di neo retorica che non consente una effettiva crescita delle coscienze.
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