sabato 8 giugno 2013

Il discorso di Napolitano sul sovraffollamento delle carceri: una questione irrisolta dal dopoguerra

Da "L'Ottavo Cancello" 
1946
"...ma, tornando a mio papà, ricordo che nel 1946 si scatenò una rivolta dei detenuti all’interno del carcere. Per tre giorni i rivoltosi rimasero rinchiusi con alcuni ostaggi, e vi furono dei morti.
In quei momenti concitati mio padre poté entrare nel penitenziario. I carcerati ribelli si fidavano solo di lui.
Mi raccontava che i reclusi erano esasperati dalle condizioni disumane in cui stavano ammassati in celle fatiscenti.
Grazie al suo impegno e al suo coraggio mio papà divenne in quei momenti cruenti l’unico canale di comunicazione con l’esterno.
Milano fu avvolta in un’atmosfera cupa. I tre giorni della rivolta dell’aprile 1946 vennero chiamati Pasqua di sangue.
Le richieste dei detenuti non furono accolte, prevalse la linea dura e le autorità decisero di intervenire con un blitz di esercito e polizia, talmente schiacciante da costringere i rivoltosi alla resa”.
Finisco di sorseggiare il caffè. Come immaginavo, il racconto si fa avvincente sin dalle prime battute. Non ero al corrente di quella sanguinosa rivolta. Quindi mi riprometto di effettuare ricerche in proposito. Da una verifica successiva all’incontro, riesco a reperire agevolmente su internet articoli, informazioni e un video di un vecchio cinegiornale dell’Istituto Luce sull'episodio. Lo visiono. Mi rendo subito conto della scandalosa manipolazione della notizia, volutamente falsata per nascondere il vero motivo della rivolta, ossia le disastrose condizioni in cui si trovava il carcere di San Vittore nei mesi successivi al secondo conflitto mondiale. Vi erano reclusi, letteralmente stipati, il triplo dei detenuti previsti, in una struttura invivibile, seriamente danneggiata dalla guerra finita da poco. Mi consola il fatto di essere riuscito a reperire un gran numero di articoli che rivelano con maggiore obiettività e veridicità i fatti accaduti, nonché la storia e la personalità dei principali personaggi coinvolti. Ignoravo inoltre che persino lo scrittore Bevilacqua avesse scritto un romanzo ispirato a quella sommossa.


Articolo di Gian Antonio Stella, Corriere della Sera 11/11/2003


Peccato che in nessuna delle ricerche da me attuate compaia la figura di Caminiti-padre, che in realtà ebbe un ruolo importante di mediazione, al fine di evitare ulteriori spargimenti di sangue."




Da "L'Ottavo Cancello"
1981

L’Espresso del 4 ottobre 1981 riporta il “Diario” di Salvatore Caminiti nel quale viene descritta la situazione drammatica in cui versava il carcere di San Vittore 

Da "Il Sole 24 Ore" 
8/6/2013



Da "L'Ottavo Cancello" capitolo 2

"...rifletto su quanto mi ha riferito Salvatore circa le condizioni di San Vittore nel dopoguerra, e le confronto con quelle attuali delle carceri in Italia.
Dopo oltre mezzo secolo la situazione non sembra migliorata di molto. Nonostante siano trascorsi tanti anni, non si sono viste riforme strutturali e la situazione rimane altamente critica.

Sebbene continuino a sollevarsi proteste da più  parti, lo Stato sembra non dare eccessivo peso a quella che dovrebbe essere considerata una situazione di emergenza, che purtroppo si protrae da molto tempo. Sembra impossibile che in una nazione civile e democratica, per un colpevole immobilismo, permanga una palese violazione dei diritti fondamentali dell'uomo e del Diritto alla Salute (sancito dall’articolo 32 della nostra Costituzione), contenuti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, di cui l’Italia è stata una delle prime firmatarie. "

Ogni ulteriore commento è superfluo

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